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mercoledì 25 agosto 2010

Malorlov

Combattemmo uniti verso Malorlov che era oltre la prima piccola collina da superare. Per sfondare ci furono dei grossi combattimenti, finalmente però avemmo via libera, andavamo avanti a tratti quando noi sopra agli autocarri quando spesso eravamo noi a spingere questi stessi a causa della neve e del fango che in quelle steppe non esistevano altre strade, ci si doveva arrangiare anche con del materiale del posto, tornelli di legno collegati col filo di ferro e metterglieli sotto le ruote fino a quando non trovavamo il terreno sano.

Si superò anche l’ostacolo del paesino di Malorlov dove trovammo tutte le casette e una scuola distrutte perciò dovendo sostare per rifocillarsi lì per più diversi giorni venne il problema di come fare per dormire e avere un po’ di conforto. Allora ci appostammo nei capannoni agricoli lì vicino a delle cataste di paglia a volte dentro gli stessi automezzi militari ma il freddo ancora era sempre pungente. Ripartimmo da Marlorov verso la fine di marzo aprendoci il fronte dopo tre giorni di combattimento e puntammo subito sul centro industriale di Voroscliovgrad, Millerovo e Kantemirovka facendo fronte unici con le truppe corazzate tedesche. Arrivavamo su questi obiettivi, bene accolti noi italiani anche dalla popolazione della Russia Bianca. Anche questi apertamente si pronunciavano contro quel regime totalitario comunista. Lì si poteva respirare anche perché essendo tre cittadine vicine una dall’ altra abbastanza grandi si poteva alloggiare in scuole, fabbriche, etc… il fronte lo avevamo a parecchi chilometri e allora noi del Genio si andava di tanto in tanto al fronte per collocare mine o per mettere dell’ esplosivo e far saltare dei boschi o canali in vista. Rimasi lì per qualche periodo forse venti giorni o un mese poi venne l’ordine di ripartire puntando su Stalingrado ma prima si trattava di arrivare al Fiume Don e fare i conti con i Russi lì appostati per contrattaccarci.

Noi del Genio, un plotone, eravamo aggregati all’ 82° Reggimento della divisione Torino, arrivammo a circa un chilometro dal famoso fiume Don in un paesino mi pare si chiamasse Seraiew che sovrastava le sponde del fiume e li si fece il fronte e il trinceramento. A questo punto per me venne la fine ma con la mano della fortuna scampai la morte. Si perché questo è un episodio fra quelli più pericolosi….

Avanzata in Russia



Durante l'avanzata in Russia, Bianco tra i compagni Enzo Billi (a sinistra) e Ferrari.