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lunedì 24 dicembre 2012

Nonno Bianco ricorda il Natale nella Campagna di Russia



Cari amici,
nonno Bianco augura a tutti voi un felice Natale, ricordando il suo, trascorso nei duri giorni della Campagna di Russia...





domenica 18 marzo 2012

Nonno Bianco incontra Simone Cristicchi!

«La verità è come il vetro, che è trasparente se non è appannato, per nascondere quello che c'è dietro basta aprire bocca e dargli fiato». (Elia Marcelli-Li Romani in Russia)

Gli incontri inaspettati sono sempre i migliori. Ti regalano emozioni improvvise che superano qualsiasi aspettativa. E uno di questi incontri è avvenuto proprio l’11 marzo scorso e posso assicurare che per me e il nonno è stata una delle giornate più emozionanti da molto tempo a questa parte!


Simone Cristicchi infatti ha portato il suo spettacolo “Li Romani in Russia” all’auditorium Le Fornaci a Terranuova B.ni e quale occasione migliore per poterlo finalmente incontrare e farlo conoscere al nonno? Sì perché Simone incarna perfettamente quello che nonno Bianco mi ripete da sempre, l’importanza del ricordo, l’importanza della memoria di quei poveri giovani che ignari del loro destino sono rimasti là, in quel deserto di neve desolato, senza una sepoltura, lontani dalle loro case e dai loro cari.

“Li Romani in Russia” (regia di Alessandro Benvenuti) è infatti tratto dall’omonimo poema del poeta romano Elia Marcelli, uno dei pochi reduci della Campagna di Russia che ha fatto parte della Divisione Torino, la stessa di nonno Bianco. Lo spettacolo è un intenso monologo di Cristicchi che ti lascia senza parole, che viaggia sul filo dell’emozione e che inevitabilmente mi ha ricordato passo dopo passo il diario del nonno: l’inconsapevolezza iniziale, lo smarrimento, la paura del non ritornare, una forza e una bestialità primordiale che nasce quando non si vuol soccombere alla paura di morire. Impossibile descrivere l’emozione dell’ incontro di domenica che è avvenuto qui a casa del nonno; purtroppo non siamo riusciti a convincerlo ad assistere allo spettacolo la sera a teatro ma c’è stato un momento dell’ incontro che ho registrato in un video e che lascia trasparire tutta l’intensità di questo pomeriggio: Simone recita al nonno il brano tratto dallo spettacolo su Arbusov, la Valle della Morte ed è emozionante vedere come nonno Bianco riviva con commozione quei momenti attraverso le sue parole.



Voglio condividere qui un bellissimo articolo scritto da Mauro Taddei, che ha accompagnato Simone all'incontro, e pubblicato sulla pagina Facebook, di cui vi invito a diventare fan: Mio nonno e' morto in Guerra (Pagina Ufficiale) - Simone Cristicchi



"Ieri, in occasione della data di Terranuova Bracciolini de "Li Romani in Russia", Simone ed io abbiamo fatto visita ad un reduce della Campagna di Russia.
Bianco Bindi di 93 anni ci accoglie con soddisfazione nella sua casa; è anziano solo di età, i suoi 93 anni non li dimostra affatto.
Lucido e trasparente, come un vetro appena pulito inizia a farci vedere un po' di foto e piano piano comincia a raccontare la sua esperienza in Russia.
Si commuove quando ricorda i suoi compagni, visti morire piano piano, congelati fino alle ossa e non accetta il fatto di non aver potuto fare niente per salvare i suoi amici.
Lui, si considera un miracolato, essendo scampato alla morte per ben tre volte.
Difficilmente possiamo immaginare quello che questo piccolo grande uomo ha dovuto subire e vedere. Ribadisce con fermezza che quella era la legge e che lui come tutti i suoi compagni, non ha fatto altro che rispettarla. Divertente il momento in cui si è cimentato in una canzone russa che le donne dei villaggi cantavano quando vedevano i soldati italiani.
Bianco Bindi parla molto bene della popolazione Ucraina, che vedeva i soldati Italiani come Liberatori. A tal proposito racconta che gli Ucraini li accoglievano nelle loro case, li facevano dormire insieme ai loro figli. Ancora ringrazia questo popolo che ha salvato tantissimi italiani.
Il momento piu' commovente, al quale ho avuto difficoltà a trattenere le lacrime è stato quando ha raccontato della valle della morte. Chi ha visto Li Romani in Russia, sa a cosa mi riferisco.Dopo questo racconto, Simone gli ha voluto dedicare recitandolo il capitolo della Valle della Morte, che combaciava in maniera impressionante con quanto aveva raccontato Bianco. L'unica differenza stava nel fatto che il racconto di Simone era in romanesco, mentre quello di Bianco in toscano. Inutile dire che la commozione è stata tantissima, sia da parte di Simone che mia.
Bianco non ama essere definito un eroe, non vuole proprio, vuole solo essere ricordato come una persona che ha compiuto il suo dovere, rispettoso delle leggi, che purtroppo vigevano in quel periodo.Prima di andare Bianco ha rivolto un appello a Simone affinchè divulghi sempre piu', ma soprattutto ai giovani quello che lui, come tantissimi altri Italiani hanno dovuto subire.
Ricordare per non dover piu' subire. Le ultime sue parole, prima di congedarci, sono rivolte ai i suoi compagni che non ce l'hanno fatta e si arrabbia quando, ricordando che dopo guerra, nei campi dove c'erano le croci con appese le piastrine degli italiani morti, i Russi le hanno tolte per coltivarci i girasoli. Quello che abbiamo sentito oggi vale molto di piu' che cento libri di storia, grazie a Bianco Bindi."

Voglio ringraziare ancora Simone per la sua estrema disponibilità e per la dedizione che ha avuto e continua ad avere per mantenere viva la memoria di queste storie troppo spesso dimenticate. A questo proposito vi ricordo anche il libro che ha scritto ed è uscito di recente, "Mio nonno è morto in guerra," una raccolta di memorie ricercate in giro per l'Italia direttamente dalla voce di tanti uomini e donne che hanno vissuto sulla loro pelle i drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Un libro, spiega Cristicchi, nato dalla memoria di nonno Rinaldo, lui stesso reduce della Campagna di Russia.

Consiglio a tutti di leggerlo e se avrete la possibilità di andare a vedere "Li Romani in Russia" e mi piacerebbe che questo libro e questo spettacolo fossero diffusi il più possibile tra le nuove generazioni perchè, come scrive Simone, "...se ogni ragazzo italiano, oltre a studiare a scuola le scienze e la geografia, sapesse raccontare la storia dei propri nonni, nel nostro assisteremmo ad una piccola grande rivoluzione culturale".



Sara





"Per non dimenticare cos'è la guerra in questi tempi di finta pace."
(Mio nonno è morto in guerra-Simone Cristicchi)



Foto di Simone Albiani e Sara Bindi


giovedì 16 febbraio 2012

93

"Oggi compio 93 anni. E il mio pensiero corre al 16 febbraio di 70 anni fa. Il compleanno dei miei 23 anni. Era il 1942 e io mi trovavo a Iuncon, vicino a Rikovo; eravamo lì fermi da tutto l'inverno. Io e altri cinque genieri eravamo fermi dentro un isba, una piccola casupola, ospiti di una famiglia gentile e umile: un anziano nonno, che dormiva quasi sempre e due donne, rispettivamente figlia e nipote dell’anziano, unico uomo di casa. Il marito della figlia era infatti lontano, al fronte. Il nostro compito era quello di tenere sgombre le strade dalla neve e in questo ci aiutavano i civili. Inoltre dovevamo tenere sotto controllo la linea di collegamento telefonico tra il comando e la prima linea. Ricordo il freddo pungente, che ti toglieva il respiro. Quanto saranno stati, 20, 30 gradi sotto lo zero, non lo so. So solo che avevamo i passamontagna perché i capelli, le ciglia, si gelavano al solo contatto con l’aria esterna…”